mercoledì 26 agosto 2009

Fiom: chiusura Lasme Melfi è una ‘vigliaccata’

La decisione presa dal gruppo Lames di chiudere lo stabilimento Lasme nell’indotto Fiat di Melfi, mettendo sulla strada 174 dipendenti, è “un’azione progettata alle spalle dei lavoratori in cui tutto era stato già predisposto, dallo svuotamento del magazzino allo scorporo della fabbrica dal gruppo Lames Spa - proprietario dello stabilimento di Melfi e di un altro stabilimento a Chiavari - e al suo conferimento a una nuova società costituita ad hoc, la Lasme srl”. Lo sostiene in una nota il segretario generale della Fiom Cgil, Gianni Rinaldini, aggiungendo che si tratta di “una vera vigliaccata, operata da un’azienda fornitrice del gruppo Fiat. Gruppo che non poteva non essere a conoscenza del piano della Lames, considerando che si era premurato di costituire scorte di componenti prodotte dalla stessa Lames.”

“Da giorni – prosegue Rinaldini -, le lavoratrici e i lavoratori della Lasme di Melfi presidiano la fabbrica senza aver avuto alcuna risposta dalla proprietà. Nella giornata di martedì 24 agosto, sette lavoratori sono saliti sul capannone dello stabilimento con il sostegno dei loro compagni di lavoro. In tale circostanza, l’addetto alla vigilanza dell’Azienda ha reagito sparando in aria diversi colpi di pistola. Soltanto il grande senso di responsabilità dei partecipanti al presidio ha evitato le immaginabili conseguenze di questo gesto.”

La Fiom esprime “totale sostegno e solidarietà alle lavoratrici e ai lavoratori della Lasme in lotta e auspica un esito positivo dell’incontro convocato dal Prefetto di Potenza per lunedì 28 agosto. In caso contrario – conclude Rinaldini -, diventerà urgente una convocazione da parte del Governo delle parti sociali e delle Istituzioni locali della Basilicata e della Liguria interessate alla vicenda”.

www.rassegna.it

domenica 16 agosto 2009

Aggiornamento Cometa luglio 2009



Monetario PlusSicurezzaRedditoCrescita
200813,1013,0412,8311,62
gennaio13,1613,1712,7111,46
febbraio13,1813,2312,5711,13
marzo13,2313,2712,6811,32
aprile13,2713,3112,9111,87
maggio13,3013,3612,9412,04
giugno13,3313,3913,0212,09
Rendimento 6 mesi 20091,762,621,473,99


Andamento del fondo cometa dal 2007


Monetario PlusSicurezzaRedditoCrescita
dicembre 200712,79412,58613,313,781
giugno 200913,3313,3913,0212,09
Rendimento4,176,35-2,14-12,31

Mentre il Fondo della Tesoreria dello Stato per l'erogazione del Tfr istituito presso l'Inps è stato rivalutato del 4,24% (sempre da dicembre 2007)

mercoledì 12 agosto 2009

Innse, trovato l'accordo, operai scendono da gru

Al termine di una seconda, lunghissima, giornata di trattative, è stato raggiunto l'accordo per la vendita della Innse di Milano alla cordata guidata dalla Camozzi di Brescia. Lo stabilimento non sarà smantellato e l'azienda metalmeccanica continuerà a produrre. I quattro operai che con un delegato della FIOM-CGIL si trovavano da oltre una settimana su una gru all'interno della fabbrica sono scesi e hanno riabbracciato parenti e colleghi in festa.
La svolta è avvenuta poco dopo la mezzanotte in prefettura a Milano, sede della trattativa. E' stata trovata l'intesa fra Silvano Genta, proprietario della fabbrica metalmeccanica, il gruppo di imprenditori capeggiato dalla Camozzi e la Aedes, l'immobiliare proprietaria del terreno su cui sorge lo stabilimento.
La FIOM-CGIL ha visto accolte le sue richieste, concordate con gli operai della Innse, su piano industriale, riassunzione dei lavoratori, ammortizzatori sociali e cassa integrazione, oltre al riavvio della produzione da settembre.
Nell'accordo, firmato dalla FIOM-CGIL e dalla Rsu, c'è la garanzia del posto per tutti e 49 gli operai che dal maggio del 2008 sono stati messi in mobilità e che hanno portato avanti in questi mesi la loro protesta. A quel punto i lavoratori hanno dato il loro assenso e messo fine alla protesta che ha attirato l'attenzione dell'intero Paese.
“E' frutto questo successo della lotta eccezionale dei lavoratori”, ha detto il Segretario Sazionale della FIOM-CGIL Giorgio Cremaschi. ''Oggi è una giornata positiva per il lavoro - ha commentato il Segretario Generale di CGIL Lombardia Nino Baseotto -. L'accordo raggiunto per il mantenimento e il rilancio delle attività produttive alla Innse è un successo che va ascritto alla lotta caparbia dei lavoratori ed alla mobilitazione del sindacato''.
La giornata di estenuanti trattative è stata scandita dalla spola dei rappresentanti sindacali, in testa Maria Sciancati della FIOM-CGIL Milano, tra la prefettura e la fabbrica. La Camozzi aveva fatto sapere nel pomeriggio che non avrebbe portato il negoziato oltre la mezzanotte. Trovata l'intesa fra venditore e acquirente - dopo aver sciolto i nodi del prezzo e dell'ampiezza del terreno richiesto dalla nuova proprietà - tutto si è bloccato per il rifiuto degli operai. Questi ultimi chiedevano maggiori garanzie sull'occupazione e sul riavvio della fabbrica e minacciavano nuove iniziative di protesta.
Alla fine tutto si è risolto per il meglio e gli operai che assieme al delegato della FIOM-CGIL erano saliti per protesta su una gru otto giorni fa sono scesi a terra, provati e con la barba lunga, ma felici per la conclusione positiva della vicenda.
Nel corso della giornata i cinque si erano anche collegati, grazie a Radio popolare, con i quattro lavoratori della Cim di Marcellina (Roma), che a loro volta protestano su una torre alta 37 metri. ''Il vecchio tipo di lotta, lo sciopero, non funziona più. Bisogna utilizzare nuove forme di lotta. Dobbiamo resistere. Più punti di resistenza ci sono, meglio e' per tutti'', ha detto un operaio della Innse al collega della Cim.

lunedì 3 agosto 2009